
Il Comune da scoprire. Il nostro tour alla scoperta degli angoli più affascinanti lungo la Ciclovia dei Parchi della Calabria ci riporta nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, e più precisamente a Saracena (CS). Borgo di 3600 abitanti, situato a nord di Cosenza e 600 metri di altitudine, rivolto verso la piana di Sibari e il mar Jonio, Saracena affonda le sue radici in un passato dai contorni incerti ma mitici: il nucleo originario discenderebbe dall’antica Sestio, fondata dagli Enotri nel 2256 a.C. (così chiamata in quanto sesta Terra edificata da Enotrio in Calabria) e più tardi divenuta terra di conquista dei Saraceni. A seguito della distruzione da parte dell’esercito imperiale di Costantinopoli nel X secolo (narrata in un affresco sul frontespizio della cappella di S. Antonio e nella sacrestia di S. Maria del Gamio, tanto che nel gonfalone comunale si legge la scritta “Universitas terrae Sacacinae”), il borgo fu ricostruito attorno al castello baronale.
Nei secoli Saracena passò di mano in mano tra Medioevo (conosciuta come Castrum Sarracene) ed Età Moderna fino a che nel 1806 divenne proprietà dei Principi Spinelli di Scalea, prima che le leggi napoleoniche abolissero la feudalità. Da allora il suo destino segue quello post-unitario di altri comuni calabresi, ma le vestigia del passato sono ancora visibili. Il Castello, soggetto a devastazioni e allo smembramento volontario di mura e torri, fu acquistato da tale Leone Rotondaro che lo fece restaurare adibendolo ad abitazione: però delle sue sale, gli ornamenti e il sistema di uscite sotterranee ci resta traccia solo in un manoscritto trovato al suo interno. Tra i principali luoghi di interesse da visitare a Saracena merita una menzione la Pinacoteca Comunale intitolata al pittore “Andrea Alfano”, ubicata presso Palazzo Mastromarchi e contenente oltre 250 opere d’arte: sempre dal punto di vista artistico-culturale c’è il Museo di Arte Sacra all’interno della Chiesa di Santa Maria del Gamio (in greco, le “nozze”) con una collezione di lavori che vanno dal XVI al XIX secolo. Per quanto concerne l’architettura religiosa, detto della chiesa bizantina dedicata alle “Nozze di Cana”, è di pregio quella di San Leone (X-XI secolo) soprattutto per il suo portale Cinquecentesco e le quattro cappelle lungo la navata sinistra. Detto della Chiesa di Santa Maria delle Armi, dell’ex Convento dei Cappuccini, della Chiesa dell’Annunziata (al cui interno nel 2019 fu scoperta una copia de “L’Ultima Cena” di Leonardo) e delle numerose cappelle disseminate sul territorio, va ricordato che Saracena è ricca pure di tradizioni ed eventi folkloristici: il patrono San Leone, protettore dal 1630, viene festeggiato a febbraio e agosto, con tanto di fiaccolate, balli e i consueti “fucarazzi” (grandi falò accesi in ogni rione); oltre alle festività religiose segnaliamo la “Festa della montagna” in agosto, la “Perciavutta” (l’assaggio del vino nuovo) e la “Festa della Tarantella Calabrese”. Infine, Saracena è rinomata per alcune specialità gastronomiche tipiche del territorio (la pasta fatta in casa cavata col ferro, i secondi piatti a base di carne, i dolciumi, l’olio extravergine e il moscato locale) ma anche grazie ai siti archeologici in loco e i percorsi escursionistici verso i monti Scifarello e Caramolo, senza tralasciare una visita alla Grotta di San Michele Arcangelo, cavità carsica a poca distanza dal centro abitato. (Crediti foto: https://www.comune.saracena.cs.it/)
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